OMAGGIO ALLA MEMORIA
Una scuola intitolata a Stefano Cucchi
La decisione è del consiglio Provinciale
Lo stesso corso di formazione che mio fratello Stefano aveva frequentato qualche tempo fa. Quando, dopo l'esperienza nella Comunità di recupero, si trovava a dover "ricominciare", con tutte le difficoltà che questo comporta per una persona che deve dimostrare agli altri, ma prima a se stessa, di potercela fare, nonostante tutto...
Stefano ce l'avrebbe fatta, ne sono convinta, se solo in quei maledetti sei giorni non fosse stato vittima del pregiudizio, della violenza, della superficialità, della disumanità da parte di persone che invece avevano il preciso dovere di tutelarne i diritti, anche se si trattava prima di un "arrestato" e poi di un "detenuto".
Nella premessa della mozione, approvata dall'aula su proposta del coordinatore del Gruppo Federato della Sinistra in Provincia Gianluca Peciola, si legge: «La morte di Cucchi rappresenta un caso paradigmatico dello stridente rapporto tra diritti costituzionali e pratiche concrete di procedura penale all'interno del nostro Paese». «La sua morte e, in generale, i casi di maltrattamento nei confronti dei cittadini detenuti - prosegue il documento - stanno facendo emergere il mancato rispetto all'interno del sistema detentivo italiano dell'articolo 27 della Costituzione della Repubblica Italiana: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato"». Di qui la decisione di intitolare proprio a Cucchi un corso di formazione anche prendendo atto che il padre del ragazzo defunto, Giovanni Cucchi, «è un dipendente dell'amministrazione provinciale». (Corriere della sera)
lunedì 31 maggio 2010
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