Lettera al Santo Padre Benedetto XVI
Amatissimo Padre,
da diverso tempo porto nel cuore il desiderio di scriverLe ma non l'ho fatto prima per timore di disturbarLa.
Sono Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano Cucchi.
Tra pochi giorni verrà celebrata nella nostra Parrocchia, nella zona sud-ets di Roma, la funzione commemorativa per la morte di mio fratello, avvenuta un anno fa. Aveva appena compiuto trentuno anni.
Mi rivolgo a Lei perché quando sembra impossibile trovare una consolazione terrena al nostro dolore, l'unico vero conforto ci arriva dalla fede. Nel momento di maggiore disperazione sono state proprio le parole di un Parroco e di un Vescovo della Chiesa a darmi la forza di andare avanti.
Mio fratello Stefano è stato vittima del pregiudizio. E' stato picchiato da coloro che dovevano tutelarne i diritti perché era un tossicodipendente, quindi di diritti non ne aveva come se non fosse stato un essere umano. Poi è giunto in ospedale dove dei medici l'hanno lasciato morire dopo un martirio durato sei giorni, tra dolori insopportabili, nello sconforto e nella solitudine, chiedendosi perché tutti, compresi i suoi cari, lo avessero abbandonato. Non era così, ma mio fratello lo avrà pensato quando poche ore prima di morire ha chiesto una Bibbia. Mi consola il fatto che Stefano sia morto in pace con Dio.
So che la vera giustizia non è quella terrena e so anche che il Signore ci insegna a perdonare. Ma per compiere il percorso che conduce al perdono è necessario conoscere la verità e ottenere giustizia anche su questa terra, non per desiderio di vendetta, ma perché il sacrificio di Stefano e della mia famiglia non sia stato vano. Perché il nostro dolore possa aiutare qualcun altro in futuro.
E' una strada lunga e difficile quella che forse mi condurrà a restituire dignità a Stefano, ho sentito tante menzogne e tante ne sentirò.
Chiedo a Lei, Santo Padre, se è il caso di continuare in una battaglia di giustizia di fronte a persone che fanno finta di non vedere una realtà così evidente.
Con rispetto.
Ilaria Cucchi
mercoledì 13 ottobre 2010
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Ho ascoltato la tua storia a "Che tempo che fa". Hai mostrato forza e dignità mentre raccontavi del martirio subito da Stefano. Io, nel mio piccolo, avevo dimenticato presto una vicenda così dolorosa e mi sono sentito a disagio pensando ai problemi di tutti i giorni. Ti auguro, per te e per noi tutti, di scoprire presto la verità che cerchi. Non mollare.
RispondiEliminaIlaria siamo MAGNA GRAECIA MILLENIUM, Associazione Culturale a Torino. Vorremmo invitarti a Torino a presentare il tuo libro e portare la tua testimonianza sul terribile dramma vissuto da te e dalla tua famiglia. Vogliamo esprimere la nostra solidarietà permettendoti di presentarci il tuo scritto.
RispondiEliminaAttendiamo tuo riscontro : magnagretorino@hotmail.com
Un abbraccio, Maura Candeletti, Assistente del Presidente Francesco Furchì
ciao ilaria! la storia di stefano, come tutte quelle delle "vittime" di Stato, mi ha colpito e ferito molto. Per quel che vale, anche se di solito scrivo di tutt'altro, oggi nel mio blog ho parlato di voi. Ti sono vicina e ti abbraccio forte!
RispondiEliminaCiao Ilaria,
RispondiEliminati sono davvero vicina e come me molti altri. mi auguro che tu non perda la forza di andare avanti, anche se neanche riesco ad immaginare quanto possa essere complicato.
ho seguito la tua intervista ieri e posso dirti, come mamma di due bimbe ancora piccole, che il mondo per loro mi fa meno paura quando vedo che esistono persone come te.
lotto nel mio piccolo per la Giustizia, la Pace e il Rispetto reciproco. spero così di aiutarti nella tua battaglia. in bocca al lupo. io e le mie piccole facciamo il tifo per te.
chiara
Carissima Ilaria, mi chiamo Vincenzo Sgroi e sono un giornalista della prov.di Pavia. La disturbo per chiederle un'intervista, sarei onorato di farle da megafono per condividere con i lettori del nostro giornale la terribile esperienza di suo fratello. Scelga lei la modalità, via e-mail, telefonicamente,ect.ect. La mia email è: madornale@live.it. In attesa di una sua gentile risposta le mando un abbraccio sentito. Vincenzo Sgroi (giornalista della Barriera, www.labarriera.it)
RispondiEliminaCiao Ilaria,
RispondiEliminaammiro il tuo coraggio e la tua forza.
Un abbraccio,
Michaela
Ciao Ilaria,mi chiamo Marta e seguo da quando si è saputo della morte di Stefano l'evolversi del percorso giudiziario.Nel mio piccolo cerco di non far cadere l'attenzione perchè credo che sia un dovere di tutti noi chiedere ed avere giustiza per Stefano.Per questo nel gruppo che ho creato su FB DonneViola tengo aggiornate le mie compagne di viaggio.Se possiamo fare qualcosa e esserti d'aiuto in qualsiasi cosa fammi sapere.Io e le DonneViola ti siamo vicine e ti sosterremo sempre affinchè tu e la tua famiglia possiate avere la giustizia che Stefano merita.Ti allego il link della pagina http://www.facebook.com/pages/DonneViola/156619274371398 Un abbraccio forte. Marta e le DonneViola
RispondiEliminaCiao Ilaria. Sono una ragazza di 30 anni e per quel poco che posso darti e di avere forza e coraggio, purtroppo quando si incappa cn la legge e difficile uscirne fuori ma tu abbi tanta forza e nn mollare soprattutto x stefano e x tutte le altre persone che cm lui sn morti.
RispondiEliminaSono appena uscito dal carcere per reati finanziari , dopo 6 mesi di agonia e dopo averci già trascorso altri 6 mesi nel 2006.Condivido la tua battaglia e bisogna avere il coraggio di dire la realtà:non so se il carcere è dapperutto uguale ma a reginacoeli la violenza è quotidiana;pestaggi, violenze psicologiche, soprusi , condizioni inumane.Tutti sanno e tutti ignorano. Per primi i magistrati. Ogni giorno decine di poveri diavoli vengono arrestati dopo essere stati pestati a sangue, derubati di ogni loro avere e terrorizzati di non dire nulla....possibile che nessun magistrato ( pm e gip) al momento dell'interrogatorio di garanzia si accorga mai di lividi, occhi neri, bende e via dicendo?io non credo.IL sistema è malato e và cambiato , la carcerazione preventiva è una barbaria che va delimitata e regolamentata con regole che non devono essere interpretate ma solo applicate.Qualcuno ha mai visto le celle sotto piazzale clodio?perchè i giornalisti non vanno a vedere e documentare il carcere non avvalendosi della visita guidata che il direttore del carcere gli fa fare ma potendo vedere TUTTO!! Ma a parte i radicali, chi si interessa dei problemi veri della giustizia?
RispondiEliminaSalve a tutti, avrei bisogno di un'informazione importante. Dovrei conttattare Ilaria Cucchi, per invitarla come ospite, ad un evento scolastico in provincia di Rieti.
RispondiEliminaGrazie a tutti per l'attenzione