domenica 21 novembre 2010

Gianfranco Fini
15/11/2010
Montecitorio, Sala del Mappamondo - Presentazione del libro "Vorrei dirti che non eri solo" di Ilaria Cucchi con Giovanni Bianconi

http://www.abuondiritto.it/index.php?option=com_content&view=article&id=372:qvorrei-dirti-che-non-eri-soloq-presentazione-alla-camera-dei-deputati-15-novembre-2010-&catid=37:rassegna-stampa&Itemid=71

Autorità, Signore e Signori!

La Camera dei deputati è lieta di ospitare la presentazione del libro 'Vorrei dirti che non eri solo' scritto da Ilaria Cucchi e Giovanni Bianconi, che saluto.

Un cordiale benvenuto agli autorevoli ospiti che interverranno: il sen. Luigi Manconi, presidente dell'associazione 'A Buon Diritto', ed Ezio Mauro, direttore del quotidiano ' La Repubblica '.

Prima di entrare nel merito della dolorosa vicenda di Stefano, voglio esprimere innanzitutto la mia umana vicinanza ai genitori - la signora Rita e il signor Giovanni - così profondamente colpiti da una tragedia che ha distrutto le loro vite e che ha scosso e commosso l'Italia intera.

Ed è proprio questo complesso insieme di fatti, sentimenti e sensazioni - nel quale la vicenda famigliare si è intrecciata a quella pubblica coinvolgendo uomini e Istituzioni - è proprio questa complessità, dicevo, che rende difficile parlare del 'caso Cucchi' senza rischiare di ferire ancora una volta la sua memoria e la sua famiglia, la fiducia dei cittadini verso le strutture dello Stato.

Quello di Stefano Cucchi, infatti, è un caso che, nel suo svilupparsi, passa da una dimensione privata a una dimensione pubblica, sociale. La sua storia, tra l'altro, ha messo in luce anche l'irrisolta questione del sovraffollamento del sistema carcerario italiano e delle drammatiche condizioni in cui vivono i detenuti: argomento sul quale il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è intervenuto con forza. Né si può sottacere, con amara constatazione, che, quello relativo ai diritti dei detenuti, è un problema che riguarda non soltanto l'Italia, che sconta peraltro una pesante penuria di organico impegnato nelle carceri.

Quella di Stefano è innanzitutto una storia di diritti negati che si è consumata in appena una settimana.

Stefano è morto perché chi avrebbe potuto e dovuto garantire l'assistenza sanitaria evidentemente non lo ha fatto, come emerge dalla lettura della relazione svolta dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema sanitario nazionale, presieduta dal sen. Ignazio Marino.

Leggendo le pagine del libro ripercorriamo la vicenda di Stefano, che soffriva e si debilitava in completa solitudine. Nessuno infatti ha provveduto ad avvisare il suo avvocato - come pure lui aveva richiesto - né ad avvisare i suoi genitori di cui riviviamo l'angoscia mentre si scontravano contro il muro di gomma di risposte negative, dilatorie ed evasive. Il dubbio terribile che agita le nostre coscienze è che, talvolta, chi rappresenta lo Stato non metta in atto nei confronti dei detenuti quei sistemi di garanzia che costituiscono un elemento fondamentale di ogni democrazia. Dobbiamo ricordare che il detenuto è per prima cosa un uomo.

Concordo con il Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che a suo tempo affermò: «Si doveva evitare che Stefano Cucchi morisse. Uno Stato democratico assicura alla giustizia e può privare della libertà chi delinque. Ma nessuno può essere privato del diritto alla salute».

Personalmente ritengo che chiunque, italiano o straniero, si trovi a essere in custodia dello Stato debba poter contare con certezza che i suoi diritti siano pienamente tutelati. Per questo, le fotografie di Stefano, diffuse dalla famiglia non senza molti travagli interiori, ci devono indurre a una dolorosa riflessione.

È bene precisare che Stefano non è morto perché era tossicodipendente. Il processo in corso stabilirà come sono andati i fatti e accerterà le responsabilità e dobbiamo confidare nella magistratura per ristabilire la giustizia e per evitare che vi possano essere delle macchie che infanghino i leali servitori dello Stato - la stragrande maggioranza - ai quali deve andare tutta la nostra gratitudine per il quotidiano impegno nella lotta alla criminalità, nella tutela dell'ordine pubblico e per la custodia, la cura e l'assistenza ai detenuti.

Ma ci sono anche altri aspetti che desidero sottolineare. Credo che le Istituzioni democratiche debbano essere sempre permeate da un forte senso di umanità che non può, in nessuna circostanza, venir meno. Da questo punto di vista, reputo inaccettabile, indegno di un Paese civile, che nessuno abbia ancora fatto ammenda per quella tragica notifica con la quale la mamma di Stefano apprese, solo incidentalmente, della morte del figlio mentre la stavano informando della volontà di procedere all'autopsia. È agghiacciante pensare che nessuno avvisò i famigliari dell'avvenuto decesso del giovane in modo adeguato, rispettoso del dramma dei genitori e della dignità di Stefano.

Non è questa l'unica parte del libro che mi ha dato la sensazione che un pericoloso processo di estraniazione emotiva stia minando la società, distruggendo un comune senso di appartenenza.

Un'atonia morale che si trasforma in egoismo e indifferenza verso gli altri, la loro dignità, la loro stessa esistenza.

È forse per questo che Ilaria Cucchi e Giovanni Bianconi non hanno raccontato 'solo' la via crucis di Stefano in carcere - di via crucis parlò in occasione del trigesimo il vescovo ausiliario di Roma monsignor Giuseppe Marciante - ma hanno voluto ripercorrere la storia della famiglia Cucchi, la storia di questi due fratelli - Ilaria e Stefano - seguendo anche le gioie della loro infanzia, i turbamenti dell'adolescenza, le scelte dell'età adulta.

Una sequenza di ritratti famigliari che non è casuale, né risponde a esigenze editoriali. Intervallare le vicende drammatiche con i flashback della normale vita famigliare significa umanizzare una tragedia che nel suo inizio, nel suo svolgimento e nel suo epilogo di umano ha avuto davvero ben poco, offendendo in noi quel sentimento di pietas che deve appartenere all'uomo ed è uno dei fondamenti indispensabili del vivere civile.

Il libro, tuttavia, è un libro che trasmette una speranza. Ilaria ha sin dall'inizio capito che per recuperare e restituire fiducia nelle Istituzioni era necessario ingaggiare una battaglia di verità. Affiancata dall'avv. Fabio Anselmo, che ha seguito anche i casi Aldrovandi e Uva, Ilaria ha compreso che soltanto superando quella iniziale ritrosia di fronte alle telecamere tipica delle persone normali avrebbe potuto combattere la guerra di 'Davide contro Golia'.

Ci è riuscita anche in virtù della sensibilità di alcuni parlamentari di tutte le forze politiche che le sono stati vicino sin dall'inizio. Soltanto grazie a questo impegno di Ilaria la battaglia per avere pace e restituire pace alla memoria di Stefano si è trasformata in un atto di fiducia nella giustizia e nella verità.

Perché senza giustizia non c'è libertà, né democrazia, la cui forza sta proprio nella capacità di riconoscere le proprie zone d'ombra e di illuminarle.

Ilaria, subito dopo la tragedia, fu anche tentata dall'idea di lasciare l'Italia: «Se questo è il Paese dove dovranno crescere i miei figli - diceva - meglio partire e costruire un futuro altrove».

Ma oggi Ilaria è qui con noi perché ha deciso di rimanere, non per cercare vendette ma risposte e decisioni che restituiscano dignità a Stefano e con lui a tutti noi.

Per questo le diciamo: grazie Ilaria per aver deciso di restare.

10 commenti:

  1. Ciao Ilaria, ho appena concluso il tuo libro, giovedi l'ho acquistato e sabato mattina l'avevo terminato.Che dirti, io vorrei contattarti per raccontarti la mia storia, c'è una riga del tuo libro nella quale mi sono rispecchiata quando mi è successa una cosa simile alla tua,quando mi hanno portato via una persona a me cara, e dice: è COME SE MI AVESSERO STRAPPATO UNA PARTE DEL MIO CUORE. Quando l'ho letta sono scoppiata in lacrime perchè era la frase che mi ripetevo continuamente in quei momenti bui. Ho messo un segno a quella pagina. Non posso dirti fatti forza, perchè da quello che ho letto ne hai già tanta, ma posso dirti Credici, credi in ciò che stai portando avanti, credi nelle istituzioni, credi al fatto che arriverà il giorno in cui potrai dire di avercela fatta. Insomma,prima di salutarti VORREI DIRTI CHE NON SEI SOLA!Un abbraccio sincero Giusi.

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  2. Zione dice che ostacolare la Civiltà che avanza, come in questa occasione del treno veloce in val di Susa, serve solo a dissipare le risorse dello Stato, perdere tempo e farlo perdere anche agli altri; evidentemente da quando il Popolo umile e povero, si impegnava e lottava (pagando in proprio …) per il lavoro e i benefici che derivano dal Progresso è passato del tempo, perchè buona parte di queste persone, forse perché ancora giovane, non discerne neanche ciò che ha Diritto di Priorità nelle rivendicazioni Sociali, per potersi schierare in una giusta e sacra Lotta di Popolo; questo fa specie, particolarmente in Piemonte dove hanno razzolato e impestano ancora certi spavaldi camorristi Togati, che hanno turpemente Assassinato prima il Tribunale e poi i Cristiani, facendo sparire misteriosamente, alcuni per poco o costretto altri a farlo in proprio, ma questi solo per sempre …; ragion per cui, come diceva il Cumpagn’Urs dell’Indes: “A cosa mi serve, che il Padrone mi chiama Signore, quando poi, subito dopo mi dice, ora vatti a buttare nella merda …”.
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    Io adesso giro la domanda a qualche manifestante in buona fede e al di fuori della politica:”Sociu, a parte che la Rivoluzione si fa sulle Barricate e non cogli assalti … ma che fastidio ti dà se nella Valle passa il Treno invece del trenino; ma ci pensi che se tuo figlio o tuo padre, volente o nolente si trova a passare per una Cloaca tribunalizia o simile, in un niente e per buona ipotesi, può anche diventare un altro Stefano Cucchi, morto “per disgrazia”, perché durante il feroce Santantonio prima e nell’inadempienza dell’Umano Soccorso dopo, gli Scornacchiati e i Cornacopia all’opera, mica potevano sapere che il povero Cristo era “così delicato” e peggio ancora che alle spalle aveva una Famiglia a posto e Coraggiosa …; ma ancora, lo sai (e non te ne frega ?) che nel nostro Paese c’è tanta gente che vive in situazioni familiari disperate, per cui quello che state facendo è solo segno di menefreghismo degli altri, che seppure non sono Valligiani, comunque sono la maggioranza dell’afflitto e tartassato Popolo. http://www.alpcub.com/orso.htm

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  3. Zione dice che,oltre alla crisi, agli Sfratti e Iniquitalia che butta sciabolate alla cieca e che fanno aumentare anche i Suicidi, c’è pure la grande Vergogna d’Italia che sta finendo di mandarci in rovina; perché il deleterio Giudiciume (al pari di certi Politici Mariuoli) mentre succhia peggio di una mortifera MIGNATTA la linfa vitale della Nazione con Privilegiati e superpagati Incarichi, spesso inutili o dannosi, ma sempre Prestigiosi e “discreti” (infra nos e Aumm, aumm; per sé e per i suoi …) continua pure a sperperare tempo e pubbliche risorse, che provengono in massima parte dai tartassati e poveri Cristi, che pur buttando il sangue tutti i giorni a Lavorare e fare il proprio Dovere, respirano con affanno, perchè stentano a portare avanti dignitosamente la Famiglia e in molte case c’è tanta SOFFERENZA e sfiducia nella vita, perché non si riesce nemmeno a comprare un paio di scarpe ai Bambini, a riscaldare i Nonni, a pagare il pigione o ad arrivare a fare la spesa fino alla metà del mese; mentre questi Infingardi, con stupidi e pretestuosi comportamenti delinquenziali di chiaro andazzo Politico e Mafioso dissipano milioni.
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    Questi sciagurati Legulei invece, al contrario dei Magistrati seri e Onesti (e vigliaccamente defraudati proprio da chi invece dovrebbe tutelarli …) che fanno il loro difficile e delicato Dovere con Coscienza e abnegazione e senza riflettori, si sollazzano sadicamente con folli spese che includono pure schifose Intercettazioni di comodo; invece di pensare a lavorare almeno un poco, seriamente ed essere grati per il Lauto Stipendio che viene loro puntualmente, immeritatamente e peggio ancora, molto Immoralmente pagato da questo Sventurato Popolo, di cui brigantescamente ne Usurpano spesso il nome per personali vigliaccate da Fuorilegge, a danno di persone a loro “antipatiche”, trascinandole in Barbari, infiniti e prolifici Processi, dove assoluzione o condanna rispecchiano solo il loro porco comodo, in base a scellerati calcoli di convenienza per la loro Setta di appartenenza, come fecero criminalmente anche con l’Assessore (e altri a seguire …) Mario Longobardi di Orbassano (Socialista e Meridionale …).
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    Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi.
    E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo.
    E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio.
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    http://www.moscati.it/Italiano/It_pensieri.html

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  4. questo messaggio è rivolto a Ilaria Cucchi nella speranza che la stessa si metta in contatto con Dainis patmalnies tramite facebook
    stefano è stato ucciso perche era a conoscenza di crimini comessi da poliziotti di cirmini in cui la polizia lo costrinse a partecipare
    stefano è stato denunciato presso la procura di lucca il 30.09.09 ( poco prima che fosse ucciso ) da dainis patmanlieks per concorso in omicidio avvento il 01.01.04 alle ore 02.00 a.m. nei pressi di p.zza dei 500 a roma
    dainis aveva conociuto stefano al centro del Ceis di via Ambrosini
    due rumeni furono involontari testimoni dei fatti avvenuti quella fredda e piovosa notte
    stefano come sempre indossava una felpa scura con capuccio
    il procediemnto è ancora coperto dal segreto istruttorio
    come possono i magistrati condannare poliziotti e medici per omicidio volontario senza un movente ?
    se Ilaria vuole giustizia deve fornir ai magistrati il movente ed io che son rimasto vivo per miracolo posso fornirlo o stefano sara ucciso due volte

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  5. Rumeni tutti criminali! Vorrebbero far capire che Stephan era un agente dei servizi segreti ma era solamente un povero ragazzo che si trovava nel momento sbagliato al posto sbaliato.Povera Ilaria forza Dio ti e' vicino.

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  6. purtoppo viviamo in uno stato mafioso dove la vera mafia E' la politica e i poteri forti come i giudici e tutta la CASTA capeggiata dal primo cittadino italiano ora in carica, per questo mi dissocio da essere italiano quando un mafioso legge sentenze simili IN NOME DEL POPOLO ITALIANO ed esprimo tutta la mia solidarieta alla famiglia Cucchi

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  7. Per avere giustizia bisogna trasferire i processi in India

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  8. caso Stefano e cara Ilaria io come penso tutti gli italiani compresi gli ipocriti del caso specifico sappiamo benissimo la verità!!!! Per questa ragione siamo indignati ma felici perchè lo Stato ha perso. Noi tutti abbiamo vinto !!! Un abbraccio affettuoso

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  9. Un medio ofrecido por claudio TRANI para expulsar la crisis familiar.

    Tiene problemas di financiación parò ripartiree rentas sus o pagar deudas sus, construcciones, ampliación di affrettò (viudo o en jubilación que estudia o inocupado), ecc.…. Quiere contactadas el correo electrónico: claudio.trani27@gmail.com para uno préstamo di 2000 ha 150.000 euro ha los 1.95% là n. gastó maletín nacido di notaría, graziasti di ser sin preocupaciones per di più cuestiones. Vienna vi presentò tu chiese stronzo vuelve, vi si tiene uno di aquisition impugnature di tu chiese “dios sigue siendo dios impugnatura nuestras necesidades puede che la biblia dicto Felicidad n. consisto nacido in Gloria nacido nella potencia, nacido nella riqueza, pero solamente in La Paz della conciencia là ofrecida a dios.

    Claudio TRANI

    claudio.trani27@gmail.com

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