Era da tempo che aspettavamo che la salma di Stefano ci venisse restituita, visto che gli esami della seconda autopsia erano terminati. Sapevamo che da qualche giorno i P.M. avevano finalmente rilasciato il nulla osta per la restituzione, quindi ieri mattina abbiamo contattato l'agenzia di onoranze funebri per prendere accordi. Mio padre è rimasto impietrito quando si è sentito dire che suo figlio era stato sepolto già da dieci giorni. Dall'Istituto di medicina legale, dove Stefano è rimasto a lungo in una cella frigorifera, devono aver contattato il piccolo Comune in cui si trova il cimitero nel quale abbiamo voluto che Stefano riposi, ma non hanno pensato a contattare noi, bastava una telefonata! Passando di lì qualcuno (che ringrazio di cuore) deve essersi dispiaciuto nel vedere quella tomba spoglia ed ha lasciato dei fiori e l'agenzia che ha riposizionato la lapide ha creduto che fossimo stati noi. Nessuno poteva immaginare che invece eravamo ignari di tutto. Così come per la riesumazione lo avevano prelevato con qualche giorno di anticipo rispetto agli accordi, senza premurarsi di darcene notizia, ora nello stesso modo lo hanno riconsegnato, come se fosse un pacco da restituire al mittente. L'ennesima dimostrazione del non rispetto più totale. Gli stessi comportamenti che hanno ucciso mio fratello, ora stanno logorando la mia famiglia: per qualcuno Stefano non contava niente, e non contiamo niente neanche noi.
sabato 20 marzo 2010
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Viene il vomito di fronte a tale arroganza. Su questa vicenda ci si scontra con omertà ed arroganza e fretta di tornare alla normalità. Che è fatta di omertà ed arroganza. Questo paese va così. L'unica possibilità sarà nell'aula di tribunale dove si arriverà grazie alla vostra caparbietà. Rara. Perchè in questi momenti è facile lasciarsi schiacciare da un mondo che cade addosso. Lei, Ilaria e la sua famiglia, lo state facendo con un dolore acuto che è anche un ipotetico riscatto. E lì, in quell'aula, spero di vedere non solo i medici e gli agenti della penitenziaria contro i quali il quadro indiziario ricade. (E speriamo che il quadro sia accurato, che abbia indagato con attenzione anche cosa è accaduta quella notte in caserma dove è intervenuto il 118) Ma tutti quelli che sono stati ostativi alle indagini dal piantone che vi rifiutava la visita ai carabinieri o chi per loro che hanno fatto il verbale dove Stefano risultava senza fissa dimora, a chi ha assegnato l'avvocato d'ufficio invece che quello di fiducia etc etc.
RispondiEliminaTenete duro. Per Stefano, certo, ma anche per far capire ai cittadini italiani in quali condizioni è ridotto questo paese.
andrea
un dubbio (uno dei tanti): ma la vertebra L3, quella fratturata, non è in corrispondenza dei reni? e se un colpo ha rotto la vertebra, che è fatta d'osso, cosa può aver combinato ad un rene, decisamente più molle? non è che la disidratazione è soltanto un'altra concausa, che la morte è spravvenuta principalmente per blocco renale e che quindi le lesioni sono state una causa primaria della morte, avendogli provocato l'eventuale blocco renale? mi sembra che cambierebbe tutto il quadro accusatorio.
RispondiEliminaLo stato di diritto non esiste più. Mentre il presidente del consiglio manifesta contro la magistratura, giovani persone vengono uccise nel posto che dovrebbe essere più sicuro al mondo.
RispondiEliminaQuesta vicenda fa male a tutti coloro i quali credono ancora che valga la pena di chiamare questo stato una democrazia
Ciao Ilaria.
RispondiEliminaSono Katya,una giovane studentessa di giurisprudenza che ha seguito dal principio la vicenda di tuo fratello.
Ovviamente oltre ad avermi colpito da un punto di vista umano, mi ha interessato anche per i miei studi.
Sai sto scrivendo la tesi proprio su questo argomento, ovvero i diritti dei detenuti, il divieto di tortura e maltrattamenti inumani e qualsiasi violazione della persona umana.
Quindi mi farebbe molto piacere parlarne con te privatamente affinchè la vicenda di Stefano possa essere spunto di riflessione, non solo da un punto di vista mediatico o politico,
ma, nel mio piccolo, anche nell'ambito universitario proprio per fare in modo di tenere vivo il suo ricordo.
Per questo ti lascio il mio indirizzo email:kat.ya.85@hotmail.it
Attendo con ansia una tua risposta.
A PRESTO,Katya
ciao stefania,
RispondiEliminami trovo a scrivere a te qui con la stessa rabbia e lo tsesso dolore provato per la famiglia di Federico Aldrovandi.
Accomunati nel terribile destino di morire per colpe da espiare.. la droga vera nel caao di stefano.. presunta in quello di Federico.
Da figlia, sorella e donna mi chiedo dove trovi quella forza e quella dignità di lottare e mi chiedo se io potrei e saprei fare lo stesso.. Penso che morire "ultimo da ultimi" come dici tu, in momenri di estrema solutidine, senza la tua famiglia possa essere considerato tutto sommato "normale" da alcune categorie di persone.
io so solo che se lo stato vi ha abbandonato certo non lo ho fatto Dio e certo non lo faremo noi, gente onesta che seppure senza la tua forza o quella di patrizia e lino aldrovandi lotta per ottenre giustizia... sono certa che lo rivredai Stefano e lui ti abbraccierà per quello che stai facendo per lui e pre tutti gli "ultimi"
un abbraccio eleonora
Cara Ilaria, non so se leggerai mai queste mie parole. Ho preso fin da subito molto a cuore il dramma che tu e la tua famiglia state vivendo, ed ho creato un gruppo per ricordare il sacrificio di Stefano, ti lascio il link, nel caso volessi guardarlo. Sappi che sono vicina a te e ai tuoi cari, e porto avanti la mia battaglia, per quanto piccola e silenziosa ogni giorno, perchè venga fuori la verità, per Stefano..
RispondiEliminahttp://www.facebook.com/group.php?gid=170564448813&ref=nf
APPELLO DI MONDOPERAIO AD EMMA BONINO ED A RENATA POLVERINI SUL “CASO CUCCHI”: “Cambiate nome all’Ospedale Pertini”.
RispondiEliminaRoma 24 marzo 2010
Il direttore e numerosi collaboratori di Mondoperaio, la rivista fondata da Pietro Nenni, scandalizzati per la incredibile vicenda di Stefano Cucchi, che prosegue oltre la morte con l’inumazione semiclandestina dei suoi resti, hanno rivolto ad Emma Bonino ed a Renata Polverini l’appello che segue:
“Sandro Pertini non fu solo un amato Presidente della Repubblica, un coraggioso combattente antifascista, un integerrimo leader socialista. Fu anche, per molti anni, un detenuto. Se non altro per questo egli non merita che il suo nome venga in qualsiasi modo avvicinato a quello di un ospedale in cui un altro detenuto, Stefano Cucchi, è stato lasciato morire di fame e di sete.
Perciò, alla vigilia delle elezioni che decideranno chi di voi due guiderà la Regione Lazio ed il suo sistema sanitario, chiediamo ad entrambe di assumere l’impegno di cambiare subito nome a quell’ospedale. Con l’augurio che anche questo gesto simbolico valga ad accelerare i tempi della doverosa punizione sia degli ancora ignoti esecutori materiali di quel delitto, sia soprattutto di quanti, che invece ignoti non sono, di esso portano la responsabilità oggettiva in seno all’Arma dei Carabinieri, al Corpo degli agenti di custodia, alla magistratura, alle strutture sanitarie.”
L’appello è firmato da Luigi Covatta, Gennaro Acquaviva, Paolo Allegrezza, Giovanni Bechelloni, Alberto Benzoni, Roberto Biscardini, Daniela Brancati, Luciano Cafagna, Dario Alberto Caprio, Frank Cimini, Simona Colarizi, Carlo Correr, Biagio de Giovanni, Nicola Del Corno, Danilo Di Matteo, Alessandro Di Nucci, Marcello Fedele, Federico Fornaro, Marco Gervasoni, Corrado Ocone, Bruno Pellegrino, Cesare Pinelli, Carmine Pinto, Paolo Pombeni, Giorgio Rebuffa, Mario Ricciardi, Stefano Rolando, Gianfranco Sabattini, Giulio Sapelli, Giovanni Scirocco, Carlo Sorrentino.
Mondoperaio
Redazione 06/68307666
email mondoperaio@partitosocialista.it
cara ilaria ho acceso una candela virtuale per stefano, e creato una sorta di gruppo dove tutti possono lasciare un messaggio per lui
RispondiEliminaun abbraccio, fino in fondo alla verità e alla giustizia
eleonora
ecco il link http://www.gratefulness.org/candles/candles.cfm?l=ita&gi=Stef
26 marzo 2010 03.53
Signora stia tranquilla, dopo tante vicende anche analoghe, mio malgrado, devo osservare che purtroppo siamo italiani e mi vergogno di esserlo.
RispondiEliminaPer così poco, morire per niente è molto grave!
Per il povero Stefano solo la pietà di tutti coloro che sono solidali esiste di buono per il resto non vi è manco la giustizia che le verrà incontro. Guardi cosa per la stessa è successo al povero Stefano!
Non c'è rispetto per la giustizia e per la verità ma soprattutto non c'è rispetto per le persone, Stefano in primis, che oltre ad essere stato assassinato ora è stato "gettato" senza che i suoi cari potessero stargli accanto un'ultima volta. Coloro i quali hanno pensato bene di sbarazzarsi di Stefano il più presto possibile affinché la verità venisse nascosta e dimenticata (lontano dagli occhi lontano dal cuore?) non hanno fatto altro che riscaldare il grande affetto che tutti noi proviamo per lui e l'infinito disgusto che sempre accompagnerà il suo omicidio. A Stefano ed alla sua famiglia, ancora una volta violata, un abbraccio forte e la promessa che non basterà un po' di terra a seppellire il nostro ricordo di Stefano né la verità che riposa con lui.
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RispondiEliminaquesto è il paese delle mezze verità..delle leggi fatte per non essere applicate. E delle tonnellate di sabbia per coprire fatti volutamente nebulosi...ma come si fa...
RispondiElimina:/
j
TUTTI SI CHIEDONO COSA FARE.
RispondiEliminaVOGLIAMO PORTARE AVANTI UNA PROPOSTA DI LEGGE POPOLARE CHE DICA, SEMPLICEMENTE, CHE QUANDO AVVENGONO EPISODI DI PESTAGGI NELLE CASERME (LETALI O NO) TUTTI COLORO CHE SONO IN SERVIZIO IN QUEL MOMENTO -A PRESCINDERE DALLA RESPONSABILITA’ PENALE PERSONALE DI CHI MATERIALMENTE COMMETTE IL DELITTO- VENGONO IMMEDIATAMENTE LICENZIATI?
E’ UNA PROPOSTA ABBASTANZA ( O FORSE, TROPPO) SEMPLICE, O SEMPLICISTICA?
NON CREDO!
CONTRIBUISCE A RISTABILIRE DEI CONFINI NETTI E CHIARI, NON TANTO TRA LA SINISTRA E LA DESTRA, MA TRA LA CIVILTA’ E LA INCIVILTA’, TRA IL DIRITTO E L’ARBITRIO.
CI SARA’ MAI QUALCUNO CHE VORRA’ APPROFONDIRLA?